La Metodologia LEGO SERIOUSPLAY spiegata in radio (e in video)

Non mi considero assolutamente un “comunicatore professionista”, ma ho cercato di fare del mio meglio per spiegare in cosa consiste la Metodologia LEGO® SERIOUSPLAY® e come possa essere uno strumento molto potente per Aziende e Team manageriali.

Grazie a Live Social Radio Lombardia per la splendida opportunità!

Aziende che innovano e i “Manager Coraggiosi”​

Il Leone. Il simbolo universalmente riconosciuto del Coraggio. La scelta della foto è infatti voluta e intenzionale, perché a Riccardo Zangelmi ce ne è voluto parecchio di coraggio per lasciare un impiego sicuro e con tutte le protezioni del caso per inseguire il suo sogno, quello di diventare un “artista LEGO®“.

Nell’esercitare la mia professione di Facilitatore Certificato nella Metodologia LEGO® SERIOUS PLAY® ho avuto più di una conferma di quanto vere fossero le affermazioni di Robert Rasmussen

“alle Aziende servono Manager coraggiosi, capaci di accettare che i ‘leader’ non hanno tutte le risposte e che gli stessi ‘leader’ devono essere disposti ad accettare spunti, soluzioni e proposte dai loro collaboratori” (dal suo e di Per Kristiansen “Building a Better Business Using the Lego Serious Play Method“)

e di Michael Schrage, che nel suo “Serious Play: How the World’s Best Companies Simulate to Innovate” del 2000 scrisse “Non puoi essere un innovatore serio a meno che tu non sia pronto, disponibile e capace di giocare seriamente. SERIOUS PLAY® non è un ossimoro, è l’essenza dell’innovazione”.

Le Aziende i cui Manager scelgono la Metodologia LEGO® SERIOUS PLAY® per descrivere, creare e testare Business Concept o per scoprire o definire nuove strategie per il Team Building e la Team Life, già dimostrano un “coraggio” non indifferente, perchè vuol dire avere in scuderia Manager disposti a portare sulla scrivania dell’Imprenditore l’idea di “faccio una riunione di business strategy mettendo 20 kg di mattoncini LEGO® sul tavolo della sala riunioni”, la qual cosa richiede decisamente una forte convinzione sulla validità della Metodologia.

Ci sono Aziende però che oltre a Manager “coraggiosi”, possono vantare anche una Direzione o una Proprietà particolarmente “illuminata”, che ha capito che si può fare Innovazione anche solo e semplicemente cambiando le metodologie e le Strategie di Comunicazione, ovvero abbandonando le classiche campagne sugli altrettanti classici canali mainstream e investendo invece in qualcosa di nuovo, captive ed innovativo: l’uso artistico del mattoncino LEGO®.

In che modo? Semplice. Rivolgendosi all’unico LEGO® Certified Professional italiano, Riccardo Zangelmi (http://www.brickvision.it/) e commissionandogli una show-car

 

 

 

 

 

o una show-bike

 

 

 

 

 

(versione in scala 1:1 dell’auto o della moto reali) da esporre nel proprio stand presso le principali Fiere e Saloni di settore, oppure chiedendogli di realizzare la versione in mattoncini di qualcosa di icononico e che faccia parte del DNA della società come ad esempio il “logo 3D

oppure la copia in mattoncini del prodotto principale

oppure, perché no, la sede Aziendale in forma di modello 3D (come quello che gli Architetti normalmente realizzano in forex o balsa)

oppure ancora nella forma di una “foto” realizzata come mosaico in mattoncini

da posizionare all’ingresso (in prossimità della reception) o in altra posizione strategica all’interno della Sede.

 

E ancora.
Ai Clienti, ai Partner, ai Fornitori, ai Visitatori dello Stand in Fiera o al Salone di settore non vogliamo pensarci? Perché anzichè il “solito” gadget che poi finisce in un cassetto della scrivania nell’ufficio di chi lo riceve, non regalare un qualcosa

 

 

 

 

 

 

che anzichè nel cassetto della scrivania possa “finire” sul ripiano della stessa, ricordando costantemente a chi lo ha ricevuto chi gliene ha fatto dono e in quale occasione?

Creare e testare Business Concept o scoprire o definire nuove strategie per il Team Building con la Metodologia LEGO® SERIOUS PLAY® o portare innovazione nella propria strategia di comunicazione con le magnifiche opere e realizzazioni di Riccardo Zangelmi e della sua Brickvision: due “armi vincenti” per Manager Coraggiosi e Aziende che innovano!

Il MASTRO COSTRUTTORE LEGO® di Francesco Frangioja

Ebbene si, per quanto non abbia nulla a che vedere con LEGO® SERIOUSPLAY®, ho scritto un libro!

Il titolo è “Il mastro costruttore LEGO®”, ed è di fatto un vero e proprio manuale che spiega come realizzare fantastiche creazioni in mattoncini LEGO®, fornendo le informazioni di base e tanti utili suggerimenti, oltre a numerosi spunti per arricchire e personalizzare i modelli con la propria fantasia.

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AVVENTURE SPAZIALI di Francesco Frangioja

Ops, l’ho fatto di nuovo!

Tra un workshop LEGO® SERIOUS PLAY® e l’altro, tra un progetto “legoso” e un evento espositivo da organizzare, ho trovato il tempo di scrivere un nuovo libro!

Ideato e progettato con gli stessi criteri del precedente “Il mastro costruttore LEGO®” (ovvero far si che possa essere un vero e proprio manuale che spieghi come realizzare fantastiche creazioni in mattoncini LEGO®, fornendo le informazioni di base e tanti utili suggerimenti e tecniche costruttive), questo nuovo volume sarà basato su un tema che piace praticamente a chiunque, autore incluso: LO SPAZIO!

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Live @ LEGO SERIOUS PLAY Workshop

Capita spesso di sentir dire da chi opera professionalmente con LEGO® SERIOUS PLAY®: “l’unico difetto della metodologia è che se non la vivi, se non partecipi ad Workshop, è difficile capirne le potenzialità e quanto potrebbe essere utile in Azienda”. Purtroppo spesso è vero: sarà perché è molto più facile associare i mattoncini LEGO® al gioco per bambini che ad uno strumento aziendale e di business, sarà (il che è peggio) che molto spesso si viene a sapere di “workshop LEGO®” che vengono “venduti” come workshop LEGO® SERIOUS PLAY® quando invece non sono altro che workshop esperienziali dove si usano i mattoncini per costruire “a comando” (attività che ovviamente nulla ha a che vedere con l’applicazione della metodologia LSP), ma tant’è.
Può allora forse essere d’aiuto a comprendere un po’ meglio come e perchè la metodologia possa essere così efficace, dare una occhiata a quello che succede, grazie a qualche foto presa… “sul set” di un workshop in pieno svolgimento: partecipanti coinvolti, in “maniche di camicia” e indaffarati a trovare il giusto “pezzo” per esprimere la propria intuizione o la propria sensazione, pronti per condividere con gli altri partecipanti (e quindi colleghi) quelle idee, opinioni, sensazioni, idee “nascoste” cui proprio la metodologia permettere di accedere e far… acceNdere!

Ottimo riscontro per il workshop LEGO® SERIOUSPLAY® for Architecture presso l’Ordine degli Architetti Pianificatori PPC di Como

E’ stato molto apprezzato dai partecipanti l’incontro di presentazione della metodologia LEGO® SERIOUSPLAY® presso l’Ordine degli Architetti Pianificatori PPC di Como.

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Ordine degli Architetti Pianificatori PPC di Como: workshop di presentazione del metodo LEGO® SERIOUSPLAY® for Architecture

L’ Ordine degli Architetti Pianificatori PPC di Como e il Facilitatore Certificato Francesco Frangioja invitano gli Studi di architettura e i Professionisti a partecipare a «LEGO® SERIOUSPLAY® for Architecture», evento dedicato alla presentazione della metodologia LEGO® SERIOUSPLAY® per il Project Management, attraverso una presentazione ad hoc per l’ambito architettonico. Continua a leggere Ordine degli Architetti Pianificatori PPC di Como: workshop di presentazione del metodo LEGO® SERIOUSPLAY® for Architecture

Ebbene si, anche il Metodo LEGO® SERIOUSPLAY® ha un limite…

…ovvero quello che solo partecipando direttamente e personalmente ad un Workshop, si ha la possibilità di comprendere ed apprezzare appieno le potenzialità.

Proprio per questo, è abbastanza frequente che un Facilitatore LEGO® SERIOUSPLAY® organizzi con una certa frequenza sessioni di Workshop cosiddette “demo”: non esiste modo migliore di “testare” personalmente il Metodo e valutare con piena consapevolezza se portarlo o meno in Azienda.

La raccomandazione però è sempre la stessa: rivolgetevi solo ed esclusivamente a Facilitatori certificati per la Metodologia LEGO® SERIOUSPLAY® presso/tramite la Association of Master Trainers, l’unico Ente titolato ed autorizzato a formare e certificare un Facilitatore sull’utilizzo della Metodologia, sugli strumenti che fanno parte della Metodologia sulle tecniche che costituiscono lo scheletro portante della Metdologia e rendendo il Facilitatore in grado di progettare un workshop adatto alle esigenze di chi lo commissiona, oltre a dare accesso al Facilitatore stesso ad un network di professionisti. A partire dal 2010, da quando cioè il Gruppo LEGO ha reso “Open Source” la versione 1.0 della Metodologia, sono stati e sono molti i consulenti e i formatori che si inventano il proprio ruolo di Facilitatore, millantando una presunta e del tutto falsa inutilità della Certificazione. La Metodologia, nella sua forma più primordiale, la 1.0 appunto, sarà anche Open Source, ma la metodologia di facilitazione e la tecnica di progettazione di un Workshop su misura per le esigenze della Committente quelle no, non sono Open Source e possono solo essere insegnate ed apprese nel corso del Foundation Training. Diffidate quindi di chi millanta l’inutilità della Certificazione.

Se non vi è mai capitato di sentir parlare della Metodologie e volete iniziare ad approfondire, vi consiglio di iniziare dalla base, ovvero la pagina ufficiale del sito LEGO e le relative sottosezioni.

Se come penso lo troverete di vostro interesse, un ulteriore approfondimento lo potrete avere leggendo il libro “Il metodo LEGO® SERIOUS PLAY® per il business” (o “Building a Better Business Using the Lego Serious Play Method” se preferite la versione originale in inglese) scritto da Per Kristiansen e Robert Rasmussen, ovvero le due persone che hanno reso “standard” la Metodologia e che hanno fondato la Association of Master Trainers, oltre ad essere ovviamente i due massimi esponenti e vere e proprie autorità mondiali.

Se dopo esservi documentati sulla teoria, voleste passare ai fatti e provare la Metodologia, contattatemi!

Buona lettura!

Breve racconto di un Workshop LEGO® SERIOUSPLAY®

Ore 8:30. Arrivo dal Cliente e mi preparo per il workshop che inizierà di lì a poco, alle 9. E’ il momento che preferisco: mentre ripasso mentalmente la Roadmap che ho “progettato” per il Workshop, apro la “valigia da stiva” che uso per portare con me i due set LEGO® SERIOUSPLAY® (il 2000430 “Identity and Landscape Kit” e il 2000431 “Connections Kit”) ed inizio a togliere dal suo interno i circa 20 kg di mattoncini LEGO® e DUPLO® e a disporli sul tavolo. Preparo poi le “vaschette” in cui dispongo una selezione (quasi fosse una “campionatura”) degli elementi che i partecipanti troveranno poi sul tavolo e mi gusto lo sguardo di stupore dei miei referenti presso l’Azienda nel rivedere quel “materiale” cui erano (o magari ancora sono) tanto affezionati comparire sul tavolo. Intanto la preparazione prosegue: preparo le “slide” delle “regole della casa”, della descrizione del Core Process e soprattutto quella con la versione per i partecipanti della Roadmap, così che i partecipanti sappiano sempre a che punto del Workshop si troveranno. Tengo a precisare che le “slide” sono in realtà i fogli di carta di una lavagna a fogli mobili, perché volutamente non uso PC, PowerPoint e proiettore: distraggono i partecipanti e il Workshop sarebbe sin troppo simile al classico meeting aziendale cui normalmente si partecipa in Azienda.

Ore 8:55. Il Workshop sta per cominciare. I partecipanti iniziano ad arrivare  in aula e si trovano davanti il tavolo con gli “Starter Kit” o le “Window Exploration Bag” in corrispondenza dei posti a sedere che presto dovranno andare ad occupare e con il centro del tavolo stesso ricoperto di mattoncini LEGO® e animali DUPLO®. Subito iniziano a guardarsi l’un l’altro con un misto di sorpresa (“cosa ci fanno tutti quei mattoncini LEGO® in ufficio?”) , timidezza (“sono troppo vecchio/vecchia per giocare con i mattoncini”), diffidenza (“con tutto quello che ho da fare, perché mi fanno perdere tempo con un giocattolo?”) o velato entusiasmo (“vuoi vedere che ci fanno giocare con i mattoncini?”). In realtà, quello che stanno provando non è altro che quella sensazione di nostalgia mista a un minimo di vergogna tipica dell’adulto che si trova davanti ad un giocattolo che sempre, inevitabilmente, i mattoncini LEGO® portano con sé, facendoci tornare alla spensieratezza e felicità che da bambini ci procuravano le tante ore passate a costruire mondi e a inventare storie. I partecipanti ancora non lo sanno, ma costruire modelli e “inventare” storie (ovvero metafore) è proprio quello che stanno per dover fare.

Ore 9:00. Il Workshop inizia. Proprio per rompere fin da subito le barriere psicologiche e far subito entrare i Partecipanti nel “flusso virtuoso” del Workshop e seguendo il preziosissimo suggerimento del collega ed amico Giorgio Beltrami, faccio subito iniziare il Workshop con la prima applicazione delle cosiddette Skills Building, meglio noto come “l’esercizio della Torre”. Mettere fin da subito alla prova le proprie mani, iniziare fin da subito a costruire infatti, permette di rompere del tutto gli schemi abituali dei normali meeting o corsi e permette ai Partecipanti di iniziare fin dai primi minuti a “scaldare i motori” della creatività e del pensiero creativo. Presentazione di me stesso e del mio ruolo di Facilitatore, l’introduzione al Metodo LEGO® SERIOUSPLAY® e alle “regole della casa” verranno dopo, quando ormai i Partecipanti avranno capito che non sarà la abituale e noiosa riunione di staff o la solita e spesso vista come inutile sessione di formazione obbligatoria.

Le prime fasi del Workshop, chiamate Skills Builiding proprio per questo motivo, permettono di superare la iniziale “paura” o “sindrome da foglio bianco” del non sapere cosa costruire. Superato questo scoglio iniziale infatti, si scoprirà che costruire un modello fisico e tangibile che rappresenti la metafora di concetto astratto non è poi così difficile come si crede: il “trucco” è iniziare a costruire senza pensare troppo a cosa si vuole costruire, evitando quindi di fare meeting con sé stessi. Il solo creare qualcosa con i mattoncini infatti fa scattare nella nostra mente tutta una serie di meccanismi che ci faranno realizzare un modello che conterrà molti più significati di quelli che avevamo ipotizzato, pensato e “progettato”. Grazie alla guida del Facilitatore, i Partecipanti scopriranno di essere in grado di esprimere, formalizzare e concretizzare molti più concetti di quelli che era loro intenzione “manifestare” in quanto hanno costruito, trovandoli direttamente nel modello stesso.

E’ questo il segreto del Metodo LEGO® SERIOUSPLAY®: utilizzando le mani per costruire, in chi partecipa ad un Workshop LSP si attivano aree del cervello che tipicamente non vengono interessate o coinvolte nel corso di una conversazione tradizionale, e sono proprio queste aree che aiutano a creare e costruire contenuti, idee, concetti ed emozioni che poi ci si ritroverà all’interno dei propri modelli, senza per altro essersi resi conto a priori di averceli messi o di aver pianificato di metterceli.

Questo è il segreto del Metodo, ma è la sua  struttura a conferirgli tutta la sua “potenza”. Il Metodo LEGO® SERIOUSPLAY®è infatti strutturato sulla base di sette tecniche, denominate Application Techniques, che applicate ed eseguite nella corretta sequenza in base all’obiettivo del Workshop, portano al risultato voluto. Ancora più importante però è la struttura che sta alla base delle sette Application Techniques, e denominata appunto Core Process:

1. “Posing the question” o “Sfida”: corrisponde alla domanda, specifica e progettata in fase di disegno del Workshop, che il Facilitatore pone ai Partecipanti ed alla quale questi ultimi dovranno rispondere costruendo. Il Facilitatore pone la domanda (lancia la sfida) e fissa anche modalità e regole che si dovranno rispettare costruendo

2. “Construction” o “Costruzione”: è la fase durante la quale i Partecipanti, NESSUNO escluso, costruiscono il modello che sarà la “risposta” alla “domanda” posta dal Facilitatore. Cruciale in questa fase è l’utilizzo da parte dei Partecipanti del concetto di Metafora: si deve costruire un modello che rappresenti il significato che si intende dare al modello stesso in risposta alla “domanda” posta dal Facilitatore, non un modello che “visivamente” rappresenti un oggetto in maniera tridimensionale

3. “Sharing” o “Condivisione”: dopo aver costruito il proprio modello, CIASCUNO dei partecipanti racconta agli altri la “storia” del modello stesso, ed è qui che avviene la magia del Metodo. E’ proprio in questa fase infatti che i modelli prendono ed assumono il significato che il Partecipante ha voluto dargli ed è qui che si concretizzano quindi i contributi di ciascuno

4. “Reflecting” o “Riflessione”: è la fase in cui ci si confronta, si discutono gli esiti della Condivisione e si traggono le conclusioni, così che siano da tutti condivise e capite

Ore 13:00. Il Workshop è finito. I Partecipanti sono esausti (è sempre molto coinvolgente dal punto di vista emotivo, e quindi assorbe molte energie) ma molto, molto soddisfatti: tante delle tematiche e delle questioni legate all’obiettivo del Workshop sono più chiare, gli obiettivi sono stati raggiunti, contributi significativi sono arrivati da colleghi che raramente hanno avuto occasione, modo, voglia o possibilità di darne e il risultato conseguito è molto maggiore della somma delle idee, delle conoscenze e delle esperienze dei singoli.

Ore 14:00. Il workshop è finito… anche per il Facilitatore. Tutto ciò che i Partecipanti hanno costruito è stato smontato. I mattoncini sono tornati nei loro contenitori, e insieme alle vaschette “di campionario” sono di nuovo nella valigia da stiva, pronti per il Workshop successivo. Grazie alle foto scattate durante il Workshop e agli appunti presi, anche la bozza del report che è buona norma che il Facilitatore sia solito consegnare alla “committenza” è pronta (meglio farla subito, a esperienza appena finita, così da massimizzare i dettagli ancora freschi in memoria): verrà completata e inviata una volta rientrato alla base.