Workshop LEGO (non SERIOUS) PLAY: è di nuovo un successo!

Nuova richiesta di workshop e di nuovo la Metodologia LEGO SERIOUS PLAY non faceva al caso della Committente, ma diversamente dal precedente e analogo workshop LEGO (non SERIOUS) PLAY, la richiesta era per un workshop coinvolgente e ingaggiante ma al tempo stesso che fosse puro svago, senza altro risultato da ottenere che intrattenere i partecipanti con una attività che fosse un mix di divertimento e di un pizzico di competitività.

Ancora una volta ci è venuta in aiuto Brick-by-Brick, la Metodologia nata dalla collaborazione tra LEGO Group e Play Included della quale vi abbiamo parlato in un precedente articolo e dalla quale abbiamo derivato il format anche di questo nuovo workshop.

Il workshop

I partecipanti al meeting annuale di una Associazione imprenditoriale sono stati divisi in una decina di Gruppi da 6-7 persone ciascuno. All’arrivo al tavolo di lavoro, ciascun Gruppo ha trovato 3 oggetti:

  • una copia del set LEGO Creator 3-in-1 #31100 Auto sportiva
  • un plico di fogli con la stampa di 12 QR Code, ciascuno dei quali “puntava” al file .PDF delle istruzioni di un diverso modello alternativo del set di cui sopra
  • un foglio con una tabella per assegnare il nome di uno dei membri del Gruppo a ciascuno dei ruoli da ricoprire: i tre ruoli – IngegnereFornitoreCostruttore – derivati dalla Metodologia Brick-by-Brick e altri 4 pensati appositamente per questo workshop, tra cui l’addetto al download delle istruzioni e altri

Scopo dell’attività era quello di riuscire a costruire il maggior numero possibile di varianti del set LEGO Creator 3-in-1 #31100 Auto sportiva nel tempo dato, scaricando le istruzioni tramite i QR Code forniti e di volta in volta costruendo, fotografando e smontando la singola variante scelta, ripetendo il ciclo più volte prima della scadenza del tempo.

La vittoria è andata al Gruppo che è riuscita a costruire e fotografare ben 6 diverse varianti del set fornito. Il Gruppo secondo classificato è riuscito a costruire 5 varianti e il terzo classificato il Gruppo che a parità di varianti costruite – quattro – ha ultimato il task nel tempo minore.

Davvero però è stato un workshop divertente, coinvolgente e ingaggiante ma senza risultati? Ovviamente no, anzi.

Partendo dal presupposto che i partecipanti non si conoscevano tra loro, che ciascuno era presente in quanto imprenditore o in rappresentanza di una diversa azienda, che le aziende di provenienza operano nei più disparati settori merceologici ed erano di un po’ tutte le dimensioni per numero di addetti, per fatturato (da imprese artigianali a SpA multinazionali), a tutti i partecipanti è subito apparsa chiara un principio: solo mettendo a frutto i migliori skill a disposizione, trovando un linguaggio comune e coordinando le diverse attività necessarie per raggiungere un certo risultato si può “arrivare primi”, ovvero essere leader del proprio settore o nella propria Azienda.

I tre gruppi vincenti sono stati infatti quelli i cui membri hanno trovato il modo di organizzarsi sulle diverse attività (download istruzioni, ricerca pezzi, costruzione, smontaggio etc) tanto dal punto di vista del classico chi-fa-cosa quanto da quello del trovare un linguaggio comune sul quale basare la comunicazione intra-gruppo.

Se in un workshop si utilizzano i mattoncini, i partecipanti devono usare le mani e costruire. Far usare le mani ai Partecipanti e far costruire qualcosa garantisce sempre di portare a casa risultati e insight.

Ringrazio l’amico e Facilitatore con la Metodologia LEGO SERIOUS PLAY (e non solo) Paolo Lorenzo Salvia questo link il suo profilo LinkedIn – per l’ingaggio e il collega LEGO Ambassador Pēteris Sproģis (il suo canale Youtube è KeepOnBricking) per le istruzioni dei 9 modelli alternativi costruibili con il set LEGO Creator 3-in-1 #31100 Auto sportiva.

Non tutti i workshop LEGO sono SERIOUS PLAY!

“Buongiorno, saremmo interessati ad un workshop LEGO SERIOUS PLAY per un nostro Cliente. Possiamo parlarne con voi?”

 

Inizia così un buon numero delle telefonate che riceviamo da parte di Agenzie, Società che organizzano eventi etc.

La Metodologia LEGO SERIOUS PLAY viene utilizzata per supportare Team (Team Strategy)


e Organizzazioni (Business Strategy)

 

nel comunicare, nel risolvere problematiche complesse oppure a prendere decisioni strategiche. A prescindere infatti dalla complicità, dall’ingaggio e dalla “comfort zone” che si creano (e in questo senso e da questo punto di vista lo potremmo definire “Team Building”), se il Cliente ha questi come obiettivi e scopi, allora ha senso utilizzare una  Metodologia complessa e strutturata.

Viceversa, se l’obiettivo e lo scopo sono “solo” (senza voler sminuire la cosa, sia chiaro) quelli di far condividere un momento di condivisione, di lavorare “tutti assieme” su un progetto etc, allora forse è meglio orientarsi verso una attività collaborativa basata sui mattoncini LEGO (Team Building esperienziale).

Una Metodologia alternativa

Quando la Metodologia LEGO SERIOUS PLAY non fa al caso del Committente, è possibile utilizzare una Metodologia alternativa, esperienziale, affine a LSP e a essa ispirata, sempre basata sui mattoncini LEGO ma anche e soprattutto su una gestione di ruoli che i partecipanti andranno ad interpretare a rotazione durante lo svolgimento del workshop.
La Metodologia originale prende il nome di Brick-by-Brick, nata in seno a LEGO Group e più in particolare nel contesto della collaborazione tra LEGO Group stessa e Play Included.

Il format è fortemente personalizzabile e la meccanica di gioco può simulare specifici processi organizzativi, modelli di business o, più semplicemente comportamenti aziendali. Fondamentale è la fase di debriefing a fine workshop, necessaria poiché permette di valorizzare l’esperienza ludica e di tradurla in un momento di apprendimento.

La Metodologia Brick-by-Brick

Si tratta di una Metodologia che permette, tramite l’utilizzo dei mattoncini LEGO, di acquisire e migliorare le proprie competenze nella comunicazione verbale e non verbale, nella condivisione, nell’alternanza di incarichi e ruoli, nella focalizzazione su compiti e obiettivi, nel problem-solving e nella collaborazione.

Come funziona la Metodologia?

Brick-by-Brick prevede che a ogni partecipante venga assegnato un ruolo, ruoli che vengono ruotati durante lo svolgimento del workshop, in modo che ciascun partecipante ricopra ciascun ruolo almeno una volta nel corso del workshop stesso.

I ruoli

La Metodologia Brick-by-Brick® prevede l’assegnazione di 3 ruoli, nei quali ciascun partecipante “ruoterà” nel corso del workshop:

  1. Ingegnere – sovrintende alla progettazione e si assicura che sia eseguita, legge le istruzioni e indica agli altri partecipanti come realizzare la costruzione
  2. Costruttore – si occupa materialmente di costruire il set
  3. Fornitore – individua i mattoncini indicati dall’Ingegnere e li mette a disposizione del Costruttore

I Partecipanti, divisi in gruppi composti da 3 membri ciascuno, hanno cambiato ruolo ad ogni step, avendo avuto così modo di sperimentare problemi, difficoltà e benefici di ciascun di essi: leadership (Ingegnere), responsibility (Fornitore, con l’incarico di selezionare i mattoncini LEGO corretti per i singoli passaggi), reliability (Costruttore, con il compito di eseguire correttamente i passaggi di costruzione).

Un caso pratico

Una delle più recenti applicazioni di questa metodologia è stata quella per un workshop esperienziale commissionateci da una Agenzia di Formazione.
Lo scopo del workshop era quello di permettere all’Azienda committente di verificare che il percorso formativo sulle tecniche di leadership che ha visto coinvolti una serie di manager dell’Azienda stessa avesse dato i risultati attesi.


Progettato specificatamente sulle particolari caratteristiche del Management della Committente, presso la quale esiste una forte cultura aziendale di interoperabilità dei ruoli, della stretta collaborazione tra i diversi reparti e i rispettivi Manager, per il workshop è stato scelto un tema letteralmente spaziale.

Utilizzando quattro set che LEGO ha sviluppato e commercializzato in collaborazione con NASA, il workshop è stato tematizzato sulla missione Artemis,
il programma di esplorazione robotica e umana della Luna guidato dall’agenzia spaziale americana NASA (National Aeronautics and Space Administration) insieme a tre agenzie partner: l’Agenzia spaziale europea (ESA), la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) e la Canadian Space Agency (CSA). Il programma Artemis intende ristabilire una presenza umana sulla Luna per la prima volta dalla missione Apollo 17 del 1972. Gli elementi principali del programma sono lo Space Launch System (SLS), la navicella Orion, la stazione spaziale Lunar Gateway e i sistemi commerciali di atterraggio umano. L’obiettivo a lungo termine del programma è stabilire una base permanente sulla Luna per facilitare la fattibilità di missioni umane su Marte.

Perchè questa scelta?

La scelta della missione Artemis come filo guida del workshop è stata una decisione basata sul fatto che l’Azienda committente voleva verificare quanto acquisito dal proprio Management in termini di leadership, relazionalità ed espressività. Proprio come la Missione Artemis avrà successo solo se i diversi team delle diverse Agenzie spaziali riusciranno a confrontarsi, unire le proprie esperienze, mettere in gioco i talenti migliori ma soprattutto a comunicare nella maniera migliore e a gestire la leadership in base alle diverse esigenze, anche l’Azienda committente ha, ovviamente più “in piccolo”, la stessa esigenza di avere i vari reparti che, guidati dai rispettivi Manager, agiscano come un sol uomo di fronte a progetti, urgenze e anche emergenze.

 

Per dare risalto alla cultura aziendale dell’interoperabilità dei ruoli e della stretta collaborazione tra i diversi reparti, nel briefing iniziale è stato fatto riferimento anche a un altro soggetto spaziale: il libro (e il film) The Martian – Sopravvissuto
Il libro (e il film da cui è stato tratto) infatti, non solo è strettamente legato al tema della Missione Artemis di cui sopra, ma fornisce un perfetto esempio di interoperabilità tra ruoli e scambio degli stessi. Libro (e film) raccontano infatti come ciascun membro degli equipaggi che faranno la spola tra il nostro pianeta e Marte ricopra più di un ruolo: il Comandante è anche una geologa, il Navigatore è anche un chimico, la Sistemista di bordo è anche colei che si occupa dei motori etc.

Alla stessa maniera, aspetto confermato in fase di debriefing a fine workshop, anche presso l’Azienda committente ciascun manager è in grado di affiancare o persino sostituire un collega di un altro reparto, garantendo così all’Azienda continuità e sicurezza nello svolgimento delle varie attività aziendali, tradizionali piuttosto che emergenziali.

Il risultato finale del workshop, riportato alla Committente dall’Agenzia che ci ha ingaggiati, è stato quello di aver visto convergere i Partecipanti su una criticità in particolare: quella di non essere riusciti a trovare un linguaggio comune per dare e/o comprendere le istruzioni. La conseguenza è stata quella di non raggiungere quel livello di relazionalità ed espressività necessari a lavorare in maniera fluida, coordinata, funzionale ed efficace. Per contro, nella fase più concitata, quella sul finale con il tempo a disposizione che stava per terminare, a tale mancanza è subentrata la cultura aziendale della collaborazione e della condivisione delle skill, ma tutti i Partecipanti hanno riconosciuto che la definizione e l’adozione di un linguaggio comune li avrebbe facilitati nel portare a compimento i task loro assegnati.

Questo è l’aspetto sulla quale il Management e il team Risorse Umane dovranno lavorare.

Trovare e adottare la soluzione a questo problema sarà il prossimo task del nostro Cliente.

Ecco Brick Legacy, il LEGO SERIOUS PLAY Facilitator HUB

Il concetto e l’uso dell’espressione Team Building, sono diventati molto frequenti nel normale fraseggio di chi offre consulenze e formazione, soprattutto in ambito HR.

Spesso si usa questa espressione associandola a eventi esperienziali che, salvo alcuni e particolari casi nei quali è esattamente ciò che serve, altro non fanno che lasciare un piacevole ricordo di una giornata trascorsa fuori Azienda a fare qualcosa di molto poco “lavorativo“.

Il Team Building nella accezione della Metodologia LEGO® SERIOUS PLAY®, forse perché spesso si dimentica di aggiungere il termine “Strategy”, è più una visione di “building a Team”, piuttosto che di “Team Building” inteso in senso letterale.

Quale collante (e ossatura) migliore per unire i membri di un Team di un set di principi e di valori cercati, trovati e condivisi durante un workshop LSP?

Se ad essere condivisi sono i principi (e non le regole) anzichè le simpatie/antipatie o le gerarchie, il Team sarà più coeso, più pronto a reagire alle situazioni, più omogeneo nella scelta del cosa fare e del come farlo.

E’ con questo spirito di condivisione di principi e valori che nasce l’hub di Facilitatori BRICK LEGACY.

BRICK LEGACY, un HUB che aggrega Facilitatori che si sono scelti tra loro, che hanno una vision condivisa, che hanno messo a fattor comune le rispettive e singole esperienze lavorative, professionali e di Facilitazione, il tutto per garantire il massimo livello di qualità dell’esperienza di un workshop LEGO® SERIOUS PLAY®.

Live @ LEGO SERIOUS PLAY Workshop

Capita spesso di sentir dire da chi opera professionalmente con LEGO® SERIOUS PLAY®: “l’unico difetto della metodologia è che se non la vivi, se non partecipi ad Workshop, è difficile capirne le potenzialità e quanto potrebbe essere utile in Azienda”. Purtroppo spesso è vero: sarà perché è molto più facile associare i mattoncini LEGO® al gioco per bambini che ad uno strumento aziendale e di business, sarà (il che è peggio) che molto spesso si viene a sapere di “workshop LEGO®” che vengono “venduti” come workshop LEGO® SERIOUS PLAY® quando invece non sono altro che workshop esperienziali dove si usano i mattoncini per costruire “a comando” (attività che ovviamente nulla ha a che vedere con l’applicazione della metodologia LSP), ma tant’è.
Può allora forse essere d’aiuto a comprendere un po’ meglio come e perchè la metodologia possa essere così efficace, dare una occhiata a quello che succede, grazie a qualche foto presa… “sul set” di un workshop in pieno svolgimento: partecipanti coinvolti, in “maniche di camicia” e indaffarati a trovare il giusto “pezzo” per esprimere la propria intuizione o la propria sensazione, pronti per condividere con gli altri partecipanti (e quindi colleghi) quelle idee, opinioni, sensazioni, idee “nascoste” cui proprio la metodologia permettere di accedere e far… acceNdere!

Breve racconto di un Workshop LEGO® SERIOUSPLAY®

Ore 8:30. Arrivo dal Cliente e mi preparo per il workshop che inizierà di lì a poco, alle 9. E’ il momento che preferisco: mentre ripasso mentalmente la Roadmap che ho “progettato” per il Workshop, apro la “valigia da stiva” che uso per portare con me i due set LEGO® SERIOUSPLAY® (il 2000430 “Identity and Landscape Kit” e il 2000431 “Connections Kit”) ed inizio a togliere dal suo interno i circa 20 kg di mattoncini LEGO® e DUPLO® e a disporli sul tavolo. Preparo poi le “vaschette” in cui dispongo una selezione (quasi fosse una “campionatura”) degli elementi che i partecipanti troveranno poi sul tavolo e mi gusto lo sguardo di stupore dei miei referenti presso l’Azienda nel rivedere quel “materiale” cui erano (o magari ancora sono) tanto affezionati comparire sul tavolo. Intanto la preparazione prosegue: preparo le “slide” delle “regole della casa”, della descrizione del Core Process e soprattutto quella con la versione per i partecipanti della Roadmap, così che i partecipanti sappiano sempre a che punto del Workshop si troveranno. Tengo a precisare che le “slide” sono in realtà i fogli di carta di una lavagna a fogli mobili, perché volutamente non uso PC, PowerPoint e proiettore: distraggono i partecipanti e il Workshop sarebbe sin troppo simile al classico meeting aziendale cui normalmente si partecipa in Azienda.

Ore 8:55. Il Workshop sta per cominciare. I partecipanti iniziano ad arrivare  in aula e si trovano davanti il tavolo con gli “Starter Kit” o le “Window Exploration Bag” in corrispondenza dei posti a sedere che presto dovranno andare ad occupare e con il centro del tavolo stesso ricoperto di mattoncini LEGO® e animali DUPLO®. Subito iniziano a guardarsi l’un l’altro con un misto di sorpresa (“cosa ci fanno tutti quei mattoncini LEGO® in ufficio?”) , timidezza (“sono troppo vecchio/vecchia per giocare con i mattoncini”), diffidenza (“con tutto quello che ho da fare, perché mi fanno perdere tempo con un giocattolo?”) o velato entusiasmo (“vuoi vedere che ci fanno giocare con i mattoncini?”). In realtà, quello che stanno provando non è altro che quella sensazione di nostalgia mista a un minimo di vergogna tipica dell’adulto che si trova davanti ad un giocattolo che sempre, inevitabilmente, i mattoncini LEGO® portano con sé, facendoci tornare alla spensieratezza e felicità che da bambini ci procuravano le tante ore passate a costruire mondi e a inventare storie. I partecipanti ancora non lo sanno, ma costruire modelli e “inventare” storie (ovvero metafore) è proprio quello che stanno per dover fare.

Ore 9:00. Il Workshop inizia. Proprio per rompere fin da subito le barriere psicologiche e far subito entrare i Partecipanti nel “flusso virtuoso” del Workshop e seguendo il preziosissimo suggerimento del collega ed amico Giorgio Beltrami, faccio subito iniziare il Workshop con la prima applicazione delle cosiddette Skills Building, meglio noto come “l’esercizio della Torre”. Mettere fin da subito alla prova le proprie mani, iniziare fin da subito a costruire infatti, permette di rompere del tutto gli schemi abituali dei normali meeting o corsi e permette ai Partecipanti di iniziare fin dai primi minuti a “scaldare i motori” della creatività e del pensiero creativo. Presentazione di me stesso e del mio ruolo di Facilitatore, l’introduzione al Metodo LEGO® SERIOUSPLAY® e alle “regole della casa” verranno dopo, quando ormai i Partecipanti avranno capito che non sarà la abituale e noiosa riunione di staff o la solita e spesso vista come inutile sessione di formazione obbligatoria.

Le prime fasi del Workshop, chiamate Skills Builiding proprio per questo motivo, permettono di superare la iniziale “paura” o “sindrome da foglio bianco” del non sapere cosa costruire. Superato questo scoglio iniziale infatti, si scoprirà che costruire un modello fisico e tangibile che rappresenti la metafora di concetto astratto non è poi così difficile come si crede: il “trucco” è iniziare a costruire senza pensare troppo a cosa si vuole costruire, evitando quindi di fare meeting con sé stessi. Il solo creare qualcosa con i mattoncini infatti fa scattare nella nostra mente tutta una serie di meccanismi che ci faranno realizzare un modello che conterrà molti più significati di quelli che avevamo ipotizzato, pensato e “progettato”. Grazie alla guida del Facilitatore, i Partecipanti scopriranno di essere in grado di esprimere, formalizzare e concretizzare molti più concetti di quelli che era loro intenzione “manifestare” in quanto hanno costruito, trovandoli direttamente nel modello stesso.

E’ questo il segreto del Metodo LEGO® SERIOUSPLAY®: utilizzando le mani per costruire, in chi partecipa ad un Workshop LSP si attivano aree del cervello che tipicamente non vengono interessate o coinvolte nel corso di una conversazione tradizionale, e sono proprio queste aree che aiutano a creare e costruire contenuti, idee, concetti ed emozioni che poi ci si ritroverà all’interno dei propri modelli, senza per altro essersi resi conto a priori di averceli messi o di aver pianificato di metterceli.

Questo è il segreto del Metodo, ma è la sua  struttura a conferirgli tutta la sua “potenza”. Il Metodo LEGO® SERIOUSPLAY®è infatti strutturato sulla base di sette tecniche, denominate Application Techniques, che applicate ed eseguite nella corretta sequenza in base all’obiettivo del Workshop, portano al risultato voluto. Ancora più importante però è la struttura che sta alla base delle sette Application Techniques, e denominata appunto Core Process:

1. “Posing the question” o “Sfida”: corrisponde alla domanda, specifica e progettata in fase di disegno del Workshop, che il Facilitatore pone ai Partecipanti ed alla quale questi ultimi dovranno rispondere costruendo. Il Facilitatore pone la domanda (lancia la sfida) e fissa anche modalità e regole che si dovranno rispettare costruendo

2. “Construction” o “Costruzione”: è la fase durante la quale i Partecipanti, NESSUNO escluso, costruiscono il modello che sarà la “risposta” alla “domanda” posta dal Facilitatore. Cruciale in questa fase è l’utilizzo da parte dei Partecipanti del concetto di Metafora: si deve costruire un modello che rappresenti il significato che si intende dare al modello stesso in risposta alla “domanda” posta dal Facilitatore, non un modello che “visivamente” rappresenti un oggetto in maniera tridimensionale

3. “Sharing” o “Condivisione”: dopo aver costruito il proprio modello, CIASCUNO dei partecipanti racconta agli altri la “storia” del modello stesso, ed è qui che avviene la magia del Metodo. E’ proprio in questa fase infatti che i modelli prendono ed assumono il significato che il Partecipante ha voluto dargli ed è qui che si concretizzano quindi i contributi di ciascuno

4. “Reflecting” o “Riflessione”: è la fase in cui ci si confronta, si discutono gli esiti della Condivisione e si traggono le conclusioni, così che siano da tutti condivise e capite

Ore 13:00. Il Workshop è finito. I Partecipanti sono esausti (è sempre molto coinvolgente dal punto di vista emotivo, e quindi assorbe molte energie) ma molto, molto soddisfatti: tante delle tematiche e delle questioni legate all’obiettivo del Workshop sono più chiare, gli obiettivi sono stati raggiunti, contributi significativi sono arrivati da colleghi che raramente hanno avuto occasione, modo, voglia o possibilità di darne e il risultato conseguito è molto maggiore della somma delle idee, delle conoscenze e delle esperienze dei singoli.

Ore 14:00. Il workshop è finito… anche per il Facilitatore. Tutto ciò che i Partecipanti hanno costruito è stato smontato. I mattoncini sono tornati nei loro contenitori, e insieme alle vaschette “di campionario” sono di nuovo nella valigia da stiva, pronti per il Workshop successivo. Grazie alle foto scattate durante il Workshop e agli appunti presi, anche la bozza del report che è buona norma che il Facilitatore sia solito consegnare alla “committenza” è pronta (meglio farla subito, a esperienza appena finita, così da massimizzare i dettagli ancora freschi in memoria): verrà completata e inviata una volta rientrato alla base.

LEGO® SERIOUSPLAY® for Architecture, fissata la nuova data!

LEGO® SERIOUSPLAY® for Architecture, il primo workshop “esplorativo” basato sulla metodologia e dedicato ai Professionisti del mondo dell’Architettura.

La seconda e nuova data è stata fissata:
Mercoledì 8 febbraio 2017 (dalle 14.00 alle 18.00) c/o Spazio Casa Teatro, via Tortona, 14 – Milano

Per iscriversi: http://bit.ly/2lAhpjf

LEGO® SERIOUSPLAY® for Architecture

E’ stato organizzato a Milano, presso gli spazi di Spazio Casa Teatro, un interessante workshop LSP da titolo “LEGO® SERIOUSPLAY® for Architecture”, il cui scopo era quello di individuare, approfondire e verificare quali potessero essere i “principi guida” (ovvero i Simple Guiding Principles o SGP, volendo utilizzare la terminologia del metodo LSP) sulla base dei quali un ideale ed ipotetico Team di Progetto di un generico (ed altrettanto ipotetico) Studio di Architettura o di Design avrebbe potuto agire e comportarsi nel prendere decisioni strategiche o importanti a fronte di imprevisti, “cambi di rotta” della Committenza, difficoltà normative o tecniche etc.

Al workshop hanno partecipato professionisti (Architetti) sia a titolo personale che in rappresentanza di Studi di Architettura o in forza presso Enti Pubblici.

Nel corso del workshop sono emerse sia quelle che per molti dei Professionisti presenti sono delle criticità “ambientali” del proprio contesto lavorativo, sia quelle che potremmo definire (parafrasando il “lessico” del metodo) “linee guida comportamentali” che i partecipanti condividevano senza saperlo e pur non conoscendosi l’un l’altro, perché nella quotidianità del day-by-day ciascuno di loro non aveva avuto modo di formalizzarle in un pensiero “tangibile” da poter esternare o rendere manifesto, rimando pertanto nascoste ai colleghi, inutilizzate e quindi sprecate.

Tutti questi “insight” emersi nel corso del workshop sono stati poi “formalizzati” in una matrice in stile “Johari window” tipo questa che segue e che è stata utilizzata per “riassumere” il risultato del workshop:

(ringrazio il collega Facilitatore Simone Roda per avermela fatta conoscere)

Una esperienza da ripetere senz’altro in un prossimo futuro!

Wikipedia.it – E’ stata aggiornata la pagina dedicata alla Metodologia LEGO® SERIOUSPLAY®

Finalmente anche la pagina dedicata alla Metodologia LEGO® SERIOUSPLAY® della versione italiana di Wikipedia è stata aggiornata.

https://it.wikipedia.org/wiki/LEGO_Serious_Play

LEGO® SERIOUSPLAY® e il “misunderstanding” dell’Open Source

Per spiegare la scelta del titolo di questo articolo occorre fare una doverosa premessa.

Nel mese di giugno 2010, The LEGO Group rende di pubblico dominio un documento dal titolo “LSP:Open-Source/1/2/3/4/5” (che potrete leggere e scaricare qui).

Il documento viene pubblicato “sotto” la tutela della licenza Creative Commons “Attribution Share Alike”

(http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/)

ovvero un documento il cui testo si può

  • Modificare — remixare, trasformare il materiale e basarti su di esso per le proprie opere personali e per qualsiasi altro fine, anche commerciale.

 

Si tratta di un documento nel quale vengono per la prima volta rese disponibili all’esterno del network dei Master Trainer e dei Facilitatori Certificati due delle 3 risorse fondamentali della metodologia LEGO® SERIOUSPLAY®, rigorosamente e “amorevolmente” sviluppate da The LEGO Group nel corso dell’ultimo decennio:

  • I principi base e la filosofia della metodologia LEGO® SERIOUSPLAY®, i “pilastri” sui quali poggia e viene costruita tutta la Metodologia stessa;
  • I materiali LEGO® SERIOUSPLAY®, ovvero i set ufficiali LEGO specificatamente progettati per l’utilizzo nei Workshop dove si utilizza ed applica la metodologia LEGO® SERIOUSPLAY®;

La terza ed ultima delle risorse fondamentali alla base della metodologia LEGO® SERIOUSPLAY®, ovvero

  • La struttura e l’organizzazione di un Workshop basato sulla metodologia LEGO® SERIOUSPLAY®, concepito sulla base dei principi, della filosofia e dei materiali di cui sopra

non viene viceversa “svelata”, dal momento che è profonda convinzione di The LEGO Group che la stessa resti di esclusiva competenza dei soli consulenti e professionisti che abbiano seguito il percorso formativo del “Foundation Training” e conseguito la certificazione di “Certified facilitator of LEGO® SERIOUSPLAY® method and materials”, al fine di garantire a Clienti e Prospect la piena rispondenza dei Workshop ai dettami della metodologia LEGO® SERIOUSPLAY®.

La pubblicazione del documento “LSP:Open-Source/1/2/3/4/5” fa dunque conseguire a The LEGO Group i risultati attesi (rendere più trasparente la metodologia a favore delle Aziende che devono decidere o vogliono valutare se adottarla o meno e rendere più facile valutare e decidere quali dei vari set LEGO® SERIOUSPLAY® eventualmente acquistare) ma qui in Italia si va oltre, e si ottiene anche il peggiore e forse l’unico dei risultati NON attesi: viene utilizzato per far passare il messaggio che non solo The LEGO Group avrebbe “liberalizzato” la metodologia, ma che grazie a questa “liberalizzazione” non sarebbe più esistita (e quindi non sarebbe più stata necessaria)  la certificazione per i Facilitatori.

Niente di più falso. La metodologia LEGO® SERIOUSPLAY® è infatti tutt’altro che “open source”, anzi.

Il documento citato infatti è stato pensato, pubblicato e non serve ad altro che a fornire a chi legge una introduzione a quello che è l’approccio che la metodologia LEGO® SERIOUSPLAY® applica e per operare la corretta valutazione, scelta ed eventuale acquisto dei materiali LEGO® SERIOUSPLAY®.

The LEGO Group tende infatti a precisare nello stesso documento che “Per ottenere i migliori risultati possibili tra quelli ottenibili dalla applicazione della metodologia LEGO® SERIOUSPLAY®, è fortemente raccomandabile avvalersi del supporto di un Certified facilitator of LEGO® SERIOUSPLAY® method and materials”.

L’avvalersi solo di “Certified facilitator of LEGO® SERIOUSPLAY® method and materials” è una raccomandazione così sentita da The LEGO Group che è riportata persino nella sezione del sito istituzionale dedicata alla metodologia LEGO® SERIOUSPLAY® (https://www.lego.com/en-us/seriousplay).

Più precisamente, si legge nel sito:

[Trad. “La metodologia è Offerta da Facilitatori che hanno seguito un processo di Certificazione”]

  • “The LEGO Group strongly recommends the use of certified facilitators, therefore, if you are a client looking for an experienced facilitator in the LEGO® SERIOUS PLAY® method to run a workshop, we encourage you to search the Internet for certified facilitators in the LEGO® SERIOUS PLAY® method within your country” (https://www.lego.com/en-us/seriousplay/facilitator)

[Trad. “The LEGO Group raccomanda fortemente di avvalervi di ‘Certified facilitator of LEGO® SERIOUSPLAY® method and materials’, se perciò siete un (potenziale) Cliente alla ricerca di un esperto Facilitatore per valutare ed organizzare un Workshop, vi invitiamo a cercare via  web i Facilitatori Certificati del Vostro Paese”]

…e  la voce di Wikipedia (versione italiana) relativa a LEGO® SERIOUSPLAY® è (ora) aggiornata e corretta.

LEGO® SERIOUSPLAY® per il BMC (Business Model CANVAS)

La metodologia Business Model CANVAS è una “guida” e una metodologia per la definizione di modelli di business basata su un “Landscape”, cioè su uno schema standard, che raccoglie e raggruppa quelli che sono universalmente riconosciuti come i 9 elementi chiave che compongono un modello di business: la value proposition, la segmentazione (il settore di appartenenza) dei Clienti, i canali di comunicazione con la Clientela, le Attività-chiave, le Risorse-chiave, i Partner fondamentali, i Costi di infrastruttura e i Flussi di incasso.

Solitamente un Workshop di BMC prevede che all’interno del “Landscape”

i partecipanti al Workshop vadano a posizionare dei Post-It® all’interno delle singole sezioni del “Landscape” e sui quali avranno scritto la descrizione di un elemento chiave, di una idea o o di una proposta per una delle sezioni del “Landscape” stesso.

E se invece dei Post-It® si utilizzasse la Metodologia LEGO® SERIOUS PLAY® per creare un modello 3D del Business Model?

L’idea è quella di seguire le linee guida del Business Model CANVAS ma COSTRUENDO ogni singolo elemento delle varie sezioni del CANVAS anzichè semplicemente (de)scriverlo su di un semplice Post-It®, beneficiando in pratica di tutti i vantaggi derivanti dall’applicazione delle teorie del costruttivismo e costruzionismo su cui il Metodo LEGO® SERIOUS PLAY® si basa.

Applicare il Metodo LEGO® SERIOUS PLAY® in un Workshop di Business Model CANVAS comporta infatti i seguenti vantaggi:

  • il Workshop si svolge in maniera convolgente, in cui tutti partecipano e contribuiscono senza i limiti e i vincoli dettati da gerarchie interne, livelli azienali etc
  • Vengono sbloccati quelli che sono le conoscenze “inconsce” dei partecipanti e che nei normali meeting e workshop restano nascoste ede inascoltate, il tutto grazie al processo di costruzione e story-telling
  • Si può “giocare” (nel senso del “gioco professionale”) e provare ad immaginare uno o più scenari all’interno dei quali “testare” in quella che potrebbe essere una (o più) realtà possibile (possibili) il modello di business disegnato nel corso del Workshop, il tutto grazie all’utilizzo di alcune delle cosiddette “Application Techniques” del Metodo LSP

L’approccio al Business Model CANVAS secondo il Metodo LEGO® SERIOUS PLAY® è il seguente:

  • si progetta un Workshop il cui scopo sia quello di identificare i componenti del Modello di Business che si intende “progettare” (se nuovo) o reinventare (se già esistente/in corso)
  • il Workshop sarà focalizzato sul COSTRUIRE il Modello di Business da zero (fondare/aprire una nuova azienda, un nuvo prodotto, un nuovo servizio etc) oppure RI-COSTRUIRE un Modello di Business già esistente al fine di migliorarlo, renderlo più efficace/efficiente etc
  • il risultato di tale Workshop sarà un “Landscape” (basato sullo schema standard del CANVAS) che conterrà modelli 3D costruiti con mattoncini LEGO®, ciascuno dei quali rappresenterà ogni singolo elemento chiave di ogni singola sezione del CANVAS
  • un Workshop di BMC basato sul Metodo LEGO® SERIOUS PLAY® ha una durate di 5 o 6 ore, ma avendo a disposizione una intera giornata (8 ore), terminato di “compilare” il CANVAS con i modelli 3D realizzati in mattoncini LEGO® seguendo le regole del Metodo LEGO® SERIOUS PLAY®, si avrà anche il tempo di “testare” il Modello di Business appena creato nella “realtà” di alcuin possibili scenari che potrebbero verificarsi, ovvero tramite quella fase (o Application Techniques) che nel Metodo LEGO® SERIOUS PLAY® si chiama “Play Emergence”

Molte Società di Consulenza vedono il Metodo LEGO® SERIOUS PLAY® come una alternativa, e quindi un “nemico” e un competitor.

Non è invece il caso di considerare il Metodo LEGO® SERIOUS PLAY® non solo come un potente alleato ma anche e soprattutto come una “arma in più” per rendere più efficace, efficiente e perché no, più “attraente” per il Committente una proposta di Workshop di BMC?