Workshop LEGO (non SERIOUS) PLAY: è di nuovo un successo!

Nuova richiesta di workshop e di nuovo la Metodologia LEGO SERIOUS PLAY non faceva al caso della Committente, ma diversamente dal precedente e analogo workshop LEGO (non SERIOUS) PLAY, la richiesta era per un workshop coinvolgente e ingaggiante ma al tempo stesso che fosse puro svago, senza altro risultato da ottenere che intrattenere i partecipanti con una attività che fosse un mix di divertimento e di un pizzico di competitività.

Ancora una volta ci è venuta in aiuto Brick-by-Brick, la Metodologia nata dalla collaborazione tra LEGO Group e Play Included della quale vi abbiamo parlato in un precedente articolo e dalla quale abbiamo derivato il format anche di questo nuovo workshop.

Il workshop

I partecipanti al meeting annuale di una Associazione imprenditoriale sono stati divisi in una decina di Gruppi da 6-7 persone ciascuno. All’arrivo al tavolo di lavoro, ciascun Gruppo ha trovato 3 oggetti:

  • una copia del set LEGO Creator 3-in-1 #31100 Auto sportiva
  • un plico di fogli con la stampa di 12 QR Code, ciascuno dei quali “puntava” al file .PDF delle istruzioni di un diverso modello alternativo del set di cui sopra
  • un foglio con una tabella per assegnare il nome di uno dei membri del Gruppo a ciascuno dei ruoli da ricoprire: i tre ruoli – IngegnereFornitoreCostruttore – derivati dalla Metodologia Brick-by-Brick e altri 4 pensati appositamente per questo workshop, tra cui l’addetto al download delle istruzioni e altri

Scopo dell’attività era quello di riuscire a costruire il maggior numero possibile di varianti del set LEGO Creator 3-in-1 #31100 Auto sportiva nel tempo dato, scaricando le istruzioni tramite i QR Code forniti e di volta in volta costruendo, fotografando e smontando la singola variante scelta, ripetendo il ciclo più volte prima della scadenza del tempo.

La vittoria è andata al Gruppo che è riuscita a costruire e fotografare ben 6 diverse varianti del set fornito. Il Gruppo secondo classificato è riuscito a costruire 5 varianti e il terzo classificato il Gruppo che a parità di varianti costruite – quattro – ha ultimato il task nel tempo minore.

Davvero però è stato un workshop divertente, coinvolgente e ingaggiante ma senza risultati? Ovviamente no, anzi.

Partendo dal presupposto che i partecipanti non si conoscevano tra loro, che ciascuno era presente in quanto imprenditore o in rappresentanza di una diversa azienda, che le aziende di provenienza operano nei più disparati settori merceologici ed erano di un po’ tutte le dimensioni per numero di addetti, per fatturato (da imprese artigianali a SpA multinazionali), a tutti i partecipanti è subito apparsa chiara un principio: solo mettendo a frutto i migliori skill a disposizione, trovando un linguaggio comune e coordinando le diverse attività necessarie per raggiungere un certo risultato si può “arrivare primi”, ovvero essere leader del proprio settore o nella propria Azienda.

I tre gruppi vincenti sono stati infatti quelli i cui membri hanno trovato il modo di organizzarsi sulle diverse attività (download istruzioni, ricerca pezzi, costruzione, smontaggio etc) tanto dal punto di vista del classico chi-fa-cosa quanto da quello del trovare un linguaggio comune sul quale basare la comunicazione intra-gruppo.

Se in un workshop si utilizzano i mattoncini, i partecipanti devono usare le mani e costruire. Far usare le mani ai Partecipanti e far costruire qualcosa garantisce sempre di portare a casa risultati e insight.

Ringrazio l’amico e Facilitatore con la Metodologia LEGO SERIOUS PLAY (e non solo) Paolo Lorenzo Salvia questo link il suo profilo LinkedIn – per l’ingaggio e il collega LEGO Ambassador Pēteris Sproģis (il suo canale Youtube è KeepOnBricking) per le istruzioni dei 9 modelli alternativi costruibili con il set LEGO Creator 3-in-1 #31100 Auto sportiva.

Non tutti i workshop LEGO sono SERIOUS PLAY!

“Buongiorno, saremmo interessati ad un workshop LEGO SERIOUS PLAY per un nostro Cliente. Possiamo parlarne con voi?”

 

Inizia così un buon numero delle telefonate che riceviamo da parte di Agenzie, Società che organizzano eventi etc.

La Metodologia LEGO SERIOUS PLAY viene utilizzata per supportare Team (Team Strategy)


e Organizzazioni (Business Strategy)

 

nel comunicare, nel risolvere problematiche complesse oppure a prendere decisioni strategiche. A prescindere infatti dalla complicità, dall’ingaggio e dalla “comfort zone” che si creano (e in questo senso e da questo punto di vista lo potremmo definire “Team Building”), se il Cliente ha questi come obiettivi e scopi, allora ha senso utilizzare una  Metodologia complessa e strutturata.

Viceversa, se l’obiettivo e lo scopo sono “solo” (senza voler sminuire la cosa, sia chiaro) quelli di far condividere un momento di condivisione, di lavorare “tutti assieme” su un progetto etc, allora forse è meglio orientarsi verso una attività collaborativa basata sui mattoncini LEGO (Team Building esperienziale).

Una Metodologia alternativa

Quando la Metodologia LEGO SERIOUS PLAY non fa al caso del Committente, è possibile utilizzare una Metodologia alternativa, esperienziale, affine a LSP e a essa ispirata, sempre basata sui mattoncini LEGO ma anche e soprattutto su una gestione di ruoli che i partecipanti andranno ad interpretare a rotazione durante lo svolgimento del workshop.
La Metodologia originale prende il nome di Brick-by-Brick, nata in seno a LEGO Group e più in particolare nel contesto della collaborazione tra LEGO Group stessa e Play Included.

Il format è fortemente personalizzabile e la meccanica di gioco può simulare specifici processi organizzativi, modelli di business o, più semplicemente comportamenti aziendali. Fondamentale è la fase di debriefing a fine workshop, necessaria poiché permette di valorizzare l’esperienza ludica e di tradurla in un momento di apprendimento.

La Metodologia Brick-by-Brick

Si tratta di una Metodologia che permette, tramite l’utilizzo dei mattoncini LEGO, di acquisire e migliorare le proprie competenze nella comunicazione verbale e non verbale, nella condivisione, nell’alternanza di incarichi e ruoli, nella focalizzazione su compiti e obiettivi, nel problem-solving e nella collaborazione.

Come funziona la Metodologia?

Brick-by-Brick prevede che a ogni partecipante venga assegnato un ruolo, ruoli che vengono ruotati durante lo svolgimento del workshop, in modo che ciascun partecipante ricopra ciascun ruolo almeno una volta nel corso del workshop stesso.

I ruoli

La Metodologia Brick-by-Brick® prevede l’assegnazione di 3 ruoli, nei quali ciascun partecipante “ruoterà” nel corso del workshop:

  1. Ingegnere – sovrintende alla progettazione e si assicura che sia eseguita, legge le istruzioni e indica agli altri partecipanti come realizzare la costruzione
  2. Costruttore – si occupa materialmente di costruire il set
  3. Fornitore – individua i mattoncini indicati dall’Ingegnere e li mette a disposizione del Costruttore

I Partecipanti, divisi in gruppi composti da 3 membri ciascuno, hanno cambiato ruolo ad ogni step, avendo avuto così modo di sperimentare problemi, difficoltà e benefici di ciascun di essi: leadership (Ingegnere), responsibility (Fornitore, con l’incarico di selezionare i mattoncini LEGO corretti per i singoli passaggi), reliability (Costruttore, con il compito di eseguire correttamente i passaggi di costruzione).

Un caso pratico

Una delle più recenti applicazioni di questa metodologia è stata quella per un workshop esperienziale commissionateci da una Agenzia di Formazione.
Lo scopo del workshop era quello di permettere all’Azienda committente di verificare che il percorso formativo sulle tecniche di leadership che ha visto coinvolti una serie di manager dell’Azienda stessa avesse dato i risultati attesi.


Progettato specificatamente sulle particolari caratteristiche del Management della Committente, presso la quale esiste una forte cultura aziendale di interoperabilità dei ruoli, della stretta collaborazione tra i diversi reparti e i rispettivi Manager, per il workshop è stato scelto un tema letteralmente spaziale.

Utilizzando quattro set che LEGO ha sviluppato e commercializzato in collaborazione con NASA, il workshop è stato tematizzato sulla missione Artemis,
il programma di esplorazione robotica e umana della Luna guidato dall’agenzia spaziale americana NASA (National Aeronautics and Space Administration) insieme a tre agenzie partner: l’Agenzia spaziale europea (ESA), la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) e la Canadian Space Agency (CSA). Il programma Artemis intende ristabilire una presenza umana sulla Luna per la prima volta dalla missione Apollo 17 del 1972. Gli elementi principali del programma sono lo Space Launch System (SLS), la navicella Orion, la stazione spaziale Lunar Gateway e i sistemi commerciali di atterraggio umano. L’obiettivo a lungo termine del programma è stabilire una base permanente sulla Luna per facilitare la fattibilità di missioni umane su Marte.

Perchè questa scelta?

La scelta della missione Artemis come filo guida del workshop è stata una decisione basata sul fatto che l’Azienda committente voleva verificare quanto acquisito dal proprio Management in termini di leadership, relazionalità ed espressività. Proprio come la Missione Artemis avrà successo solo se i diversi team delle diverse Agenzie spaziali riusciranno a confrontarsi, unire le proprie esperienze, mettere in gioco i talenti migliori ma soprattutto a comunicare nella maniera migliore e a gestire la leadership in base alle diverse esigenze, anche l’Azienda committente ha, ovviamente più “in piccolo”, la stessa esigenza di avere i vari reparti che, guidati dai rispettivi Manager, agiscano come un sol uomo di fronte a progetti, urgenze e anche emergenze.

 

Per dare risalto alla cultura aziendale dell’interoperabilità dei ruoli e della stretta collaborazione tra i diversi reparti, nel briefing iniziale è stato fatto riferimento anche a un altro soggetto spaziale: il libro (e il film) The Martian – Sopravvissuto
Il libro (e il film da cui è stato tratto) infatti, non solo è strettamente legato al tema della Missione Artemis di cui sopra, ma fornisce un perfetto esempio di interoperabilità tra ruoli e scambio degli stessi. Libro (e film) raccontano infatti come ciascun membro degli equipaggi che faranno la spola tra il nostro pianeta e Marte ricopra più di un ruolo: il Comandante è anche una geologa, il Navigatore è anche un chimico, la Sistemista di bordo è anche colei che si occupa dei motori etc.

Alla stessa maniera, aspetto confermato in fase di debriefing a fine workshop, anche presso l’Azienda committente ciascun manager è in grado di affiancare o persino sostituire un collega di un altro reparto, garantendo così all’Azienda continuità e sicurezza nello svolgimento delle varie attività aziendali, tradizionali piuttosto che emergenziali.

Il risultato finale del workshop, riportato alla Committente dall’Agenzia che ci ha ingaggiati, è stato quello di aver visto convergere i Partecipanti su una criticità in particolare: quella di non essere riusciti a trovare un linguaggio comune per dare e/o comprendere le istruzioni. La conseguenza è stata quella di non raggiungere quel livello di relazionalità ed espressività necessari a lavorare in maniera fluida, coordinata, funzionale ed efficace. Per contro, nella fase più concitata, quella sul finale con il tempo a disposizione che stava per terminare, a tale mancanza è subentrata la cultura aziendale della collaborazione e della condivisione delle skill, ma tutti i Partecipanti hanno riconosciuto che la definizione e l’adozione di un linguaggio comune li avrebbe facilitati nel portare a compimento i task loro assegnati.

Questo è l’aspetto sulla quale il Management e il team Risorse Umane dovranno lavorare.

Trovare e adottare la soluzione a questo problema sarà il prossimo task del nostro Cliente.